lunedì 1 agosto 2016

Arnaldo Xavier da Silveira. Precisazioni sulla questione del Papa eretico.

Doveroso pubblicare questa precisazione dell'Autore.

Guardando il suo sito Chiesa e Postconcilio, ho preso conoscenza dell’articolo di Don Curzio Nitoglia [qui - qui] dedicato al mio libro Ipotesi Teologica di un Papa Eretico, nonché della nota del Prof. De Mattei [qui] riguardante il lapsus calami che egli stesso avrebbe commesso. In proposito, mi permetto sottoporle qui alcune mie considerazioni.
Quando, nel mio libro, procedo alla qualifica teologica della sentenza di San Roberto Bellarmino sul Papa eretico, parto da una distinzione basica:  da una parte quale sarebbe la qualifica che spetterebbe a tale sentenza in ragione della forza degli stessi argomenti che la sostengono, e dall'altra quale ne sarebbe la qualifica considerando il pensiero degli autori probati al riguardo. La qualifica avente per base la forza degli argomenti probanti viene detta intrinseca; quella invece che ha in vista la posizione degli altri autori è da considerarsi l’estrinseca. Cosicché, difendo questa posizione: intrinsecamente, la posizione di San Roberto Bellarmino è certa, ovverossia teologicamente certa. Inoltre, difendo anche che, estrinsecamente, la stessa posizione si deve ritenere soltanto probabile, ovverossia teologicamente probabile, giacché vi sono molti autori di peso, in passato come nel presente, che di fatto non la adottano.
Devo segnalare che Don Curzio Nitoglia non fa neanche allusione a tale importante distinzione fra qualifica teologica intrinseca ed estrinseca. Ecco il motivo che lo ha portato a riscontrare una contraddizione tra quanto scrive il prof. de Mattei e quanto si può trovare nel mio libro. Fatta questa distinzione, diventa invece chiaro che contraddizione non c’è, ma piuttosto una piena concordanza, tra il testo del Prof. de Mattei e quello mio. 
Per maggior chiarezza, formulerò la mia posizione in altri termini : considerando le ragioni addotte a favore della tesi di San Roberto Bellarmino, io la considero certa, cioè, intrinsecamente certa. Purtuttavia, non posso pretendere di imporre tale qualifica agli altri autori poiché molti fra loro la ritengono soltanto intrinsecamente probabile e alcuni neppure questo. Sicché, dovrò riconoscere che la tesi che io ritengo come intrinsecamente certa, è estrinsecamente soltanto probabile. Il Prof. de Mattei non dice alcunché di contrario: “L’autore ritiene la sua tesi non solo intrinsecamente probabile ma teologicamente certa, per le oggettive ragioni che egli adduce. Ciò non toglie che altre opinioni restino estrinsecamente probabili, dal momento che hanno a loro favore degli autori importanti.”
Mi premuro, infine, di mettere in risalto che, in tutta questa materia, stiamo trattando di qualifiche teologiche, e non della qualifica morale, canonica, pastorale o di qualsiasi altra. Perciò, l’avverbio teologicamente non va contrapposto a intrinsecamente o a estrinsecamente, per cui, in nessun modo, esso potrà creare difficoltà nel momento in cui si vorrà cercare di chiarire tale questione.
Voglia gradire i sentimenti del mio sincero omaggio e profondo rispetto,
In Jesu et Maria, 
Arnaldo Xavier da Silveira
 
 

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